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Palazzo Doxi

Fu costruito attorno agli anni sessanta del XVIII secolo da Domenico Doxi in « luogo detto la scalella giusta le case di Sebastiano Micetti e del Sacerdote D. Francesco Antonio Briganti »; casa ove egli abitava e che ampliò su di un comprensorio che acquistò dai Frati di San Francesco.Rappresenta un significativò esempio di edilizia barocca dal leggibissimo ruolo urbanistico di apertura verso l’esterno stradale della dimora nobiliare.In dipendenza di quegii interessi fu il palazzo ideato e voluto, con l’accento soffermato sulla sequenza dei motivi architettonici variamente assortiti, assemblati soprattutto nella realizzazione delle vaste e numerose finestrature su due ordini differenti e della balconata mensolata, nella funzione chiaramente espressa, che fu già del cortile, di dare luce ed aria agli ingressi ed alla scala che «chiude uno spazio aperto verso il cielo nel quale gira comodamente».Anche la firma del costruttore è chiaramente leggibile, soprattutto negli elementi architettonici costituenti le finestrature del primo ordine, che richiamano esplicitamente quelle del secondo del seminario innalzato, tra il 1752 ed il 1756, da Adriano Preite da Copertino.Al XIX secolo invece rimanda il lungo balcone, soprattutto per le caratteristiche delle mensole su cui poggia il piano di calpestio realizzato in ardesia di lavagna, che collega in sequenza le finestre del primo ordine.Il palazzo fu proprietà, nei primi anni del XIX secolo, di Vito Valentini, passato poi per compera a Rosario Fontò da cui pervenne, per successione, alla famiglia Fontana, cui attualmente appartiene.

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