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La Storia

Seguendo il fantasioso itinerario tracciato dagli antichi scrittori, per lungo tempo si è ritenuto essere stato, il territorio della nostra città, insediamento di Lizio Idomeneo, re dei Cretesi, per esservi naufragato nel 1050 a.C. con la sua nave. Una tradizione questa tutta salentina, essendo stata applicata soprattutto alla nascita di Lecce e della vicina Alezio.

Dionisio di Alicarnasso narra, invece, del primo insediamento magno-greco su queste coste e della nascita della città di Gallipoli, bella per antonomasia, ad opera dello spartano Leucippo, ilquale sbarcato con i suoi compagni di viaggio chiese ed ottenne di rimanerci "giorno e notte". Ma dopo qualche giorno, richiesto dai Tarentini, sottoil cui controllo soggiaceva la zona, di ritornarsene, rispose candidamente che qui ci sarebbe rimasto "optime" e fin tanto si fosse succeduto il giorno e la notte, secondo l'originario assenso ottenuto.

Il primitivo abitato diGallipoli, denominato Anxa secondo la tradizione di Plinio il Vecchio, era un centro costiero di origine pre-greca ed un punto-approdo assai attivo durante le migrazioni acheo-micenee.

Pomponio Mela la definisce "greca" in unc ontesto territoriale Messapico. Fino al secolo II a C. fu certamente nella sfera degli interessi economici e commerciali della vicina Alixias, della quale fu presumibilmente il naturale emporio.

A dar fede alla Cronacadi Shilitzes ed ai diaristi del tempo, Gallipoli fu devastata dai Saraceni e ricostruita dall'Imperatore Leone diBisanzio nell'VIII sec. d.C.

Già sede vescovile,  documentata nel 551 col vescovo Domenico che sottoscrisse con Papa Vigilio i capitoli di condanna di Teodosio, appartenne all'Impero bizantino fino al 1071, anno in cui tutto il Salento fu assoggettato al dominio normanno.

Durante tutto il periodo bizantino, Gallipoli fu roccaforte di frontiera e centro commerciale attivo. Venne visitata da Papa Costantino, in viaggio da Roma a Costantinopoli. Con gli Svevi la città, pur nel suo naturale ruolo strategico e militare, assunse importanza di traffici commerciali e vivacità culturale. Nel contesto delle lotte dinastiche fu città "ghibellina" e assunse le difese delle ragioni sveve contro il papato ed i d'Angiò. Nel suo castello si asserragliarono, dopo la sconfitta di Tagliacozzo e l'uccisione di Corradino di Svevia, gli ultimi baroni ghibellini del regno. Fu assediata dalle truppe di Carlo I d'Angiò dall'ottobre del 1268 al maggio del 1269. La città fu desolata e subirono l'esilio nella vicina Alezio le gerarchie religiose che avevano patteggiato per gli Svevi.

Durante il dominio angioino, la città ricominciò lentamente a ricostituire il proprio assetto amministrativo ed intraprese una decisa opera di ripopolamento, reso difficile dalle numerose turbolenze del regno e le costanti devastazioni del territorio a causa delle lotte di successione.

Con gli Aragonesi, Gallipoli riconquista una autonoma capacità commerciale e diviene un porto importantissimo per gli scambi con l'Oriente e con Venezia. Un particolarissimorapporto seppe intrattenere la città con i reali aragonesi, dai quali Gallipoli ottenne favori e franchigie fiscali.

Nel maggio del 1484, a causa della guerra aperta con Ferrara, la Repubblica di Venezia assediò e conquistò Gallipoli in una memorabile battaglia in cui perì anche l'Ammiraglio veneziano Giacomo Marcello.

Restituita a Ferdinando d'Aragona a seguito della pace di Bagnolo, ottenne ulteriori franchigie e privilegi in ricompensa della fedeltà dimostrata. Continuarono i lavori di fortificazione delle mura civiche e del Castello che Francesco di Giorgio Martinia veva progettato, ad iniziare dal 1492.

Subì le incursioni delle truppe francesi di Carlo III e di quelle spagnole di Consalvo di Cordova, ma rimase sempre fedele agli Aragonesi fino alla conquista del regno da parte di Ferdinando di Spagna.

Fu città demaniale ed amministrata per "capitoli" e "Statuti" con un General Sindaco, un Reggimento e un Parlamento cittadino.

Dall'Imperatore Carlo V, con diploma datato da Barcellona 20 agosto 1519, la città fu insignita del titolo di "fedelissima" per cui successivamente ritenne nello stemma civico la legenda "Fideliter excubat".

Nella seconda metà del XVI sec. Gallipoli è, per volere dell'Ammiraglio Marcantonio Colonna, una delle basi logistiche della spedizione navale che culminò nella Battaglia di Lepanto.

Nel corso del XVI secolo Gallipoli acquista la conformazione di una città isola, fortificata ed inespugnabile, con ingresso dall'antica porta Terra e da un ponte levatoio in legno, guardato e difeso dal Castello e dal Rivellino.

Tra il 1603 ed il 1607 viene costruito il nuovomo numentale ponte di accesso alla città con 12 arcate.

Nello spirito del Conciliodi Trento, nella prima metà del Seicento, ha inizio una frenetica attività edilizia che interessò la costruzione di numerosi oratori confraternali e chiese per i cui lavori furono impegnati una miriade di artigiani ed artisti ocali che diedero nuovo volto urbanistico alla città.

Nel 1630 ebbe inizio, la costruzione della nuova Cattedrale, intitolata a S.Agata, sulle fondamenta dell’antico Duomo, di stile normanno-pugliese intitolato a San Giovanni Crisostomo.

Per tutto il corso del secolo XVII si dimostrano intensi i traffici commerciali e Gallipoli diviene la principale piazza d'Europa di esportazione dell'olio di oliva, "chiaro lampante in bacile".

Nel '700 acquista notorietà l'antica fiera annuale di “S. Maria del Canneto" che si svolgeva per 8 giorni nello spazio antistante la Fontana antica, durante la prima settimana di luglio.

Nel corso del XVIII secolo rifioriscono le arti e le lettere che, già nei secoli precedenti, avevano visto l’impegno di personalità di rilievo, quali Giovan Battista Crispo, Giovan Carlo e Giovan Andrea Coppola, Stefano e Giandomenico Catalano, Bernardino Amico.

Fra i tanti che in questo periodo danno lustro alla città per la loro notorietà, anche al di fuori dei confini del regno di Napoli, sono da ricordare Tommaso e FilippoBriganti negli studi giuridici, Giovanni Presta nell'agronomia.

Nel corso degli ultimi anni del Settecento e per tutto l'Ottocento le vicende di Gallipoli si intrecciano con la storia più generale d'Italia.

In particolare,nell'agosto del 1809, la Città subisce un improvviso attacco da parte di una divisione navale anglo-borbonica, che in tal modo intendeva tentare una controrivoluzione nel Salento. La Città respinse glia ttacchi nemici con il coraggio e l'eroismo di sempre. Nel decennio di occupazione francese, Gallipoli entra nel riordino amministrativo del Regno e diviene capoluogo di Distretto e quindi di Circondario, con Brindisi e Taranto, ed è sede di sottointendenza e sottoprefettura fino al 1923.

Ma il blocco dei traffici e dei commerci marittimi durante il periodo napoleonico, e successivamente la maggiore economicità dei trasporti su strada e per ferrovia, determinano il crollo definitivo dell'attività del porto di Gallipoli. Crisi questa che coinvolge l’economia cittadina fin dopo l’Unità d’Italia per il ritardo accumulato nella costruzione del porto.

Il periodo del Risorgimento Nazionale registra anche in Gallipoli fremiti di passione e di partecipazione al problema dell'indipendenza e dell'unità d'Italia. Fra i patrioti ed i martiri gallipolini per la causa italiana si distinsero i f.lliPatitari, E. Valentino, B. Mazzarella , P. Franza,  N. Massa, A. De Pace.

Compiuta l'unità, Gallipoliè è centro di una interessante e frenetica attività politica e diviene sede di confronto e di dibattito politico.

Bovio e Imbriani la scelgono come sede di incontri e dibattiti per il miglioramento sociale del popolo.

Nel 1893 nasce la prima sezione del Partito dei Lavoratori e nel 1897 l'economista A. De Viti De Marco si cimenta per la prima volta nell'attività politica, divenendo il deputato del collegio a partire dal 1900.

Con lo scoppio della I guerra mondiale la Città viene subito approntata a piazzaforte militare. Il contributo al conflitto è pesante con un tributo di 120 Caduti, tra cui 12 Ufficiali, 95  soldati e 13 marinai oltre a 50 tra mutilati ed invalidi. L’eroismo dei gallipolini è attestato da due medaglie d’oro e 6 d'argento.

L. Consiglio, Veduta fantastica di Gallipoli (sec. XIX) (Museo Civico)

Newbery, Veduta del porto di Gallipoli (1881) (Museo civico)

La fedelissima città di Gallipoli. Dal Barun Ogemberg (1598)

Veduta di Gallipoli, dal Kitāb-i bahriyyè di Piri Reìs (1513)

G. L. Gatteri, Malipiero libera le donne Gallipoline dopo la conquista di Gallipoli nel 1484,

incisione tratta da:  La storia veneta di F. Zanotto (1852)

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